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Monday, July 4, 2016

La riforestazione delle miniere di carbone: milioni di alberi piantati e la vita che torna

 Prima 


Dopo 







Circa 25 anni fa, i piccoli villaggi britannici nei pressi di Birmingham si affacciavano su un paesaggio lunare: miniere a cielo aperto, ferrami dell'industria del carbone, montagnole di rifiuti,  cave, polveri,  scavi nella roccia, fornaci, camini, fumi.

La desolazione.

L'aria puzzava, la terra era inquinata. Non c'erano alberi, non c'era vita naturale. Solo un area di 500 chilometri quadrati di grigio.

E poi le miniere chiusero dando ancora piu' disperazione ai residenti. Dopo tutto lo schifo al paesaggio, neanche piu il lavoro.

Che fare?

Beh, l'idea fu semplice: iniziamo a piantare alberi.

Era una idea davvero basilare, e portata avanti da un piccolo gruppo di residenti locali. Non avevano grandiosi progetti - non ancora. Volevano solo fare qualcosa di buono per il loro ambiente. Era il 1991.

Si misero assieme e iniziarono. Come tutte le cose di gran successo, all'inizio non ci credeva nessuno e anzi le grandi associazioni non ne sapevano niente prima e non ne erano interessate. Chiesero dei fondi all'unione europea -- pochi, per inziare. Erano soldi desinati ai sussidi agricoli, ma qui li usarono per ripiantare la foresta.

Nel 1991 l'idea era solo di seminare un po, aspettare e vedere. Dopotutto quella in anni remoti era stata foresta, e magari con un po di amore sarebbe potuta tornare verdeggiante.  Per anni non ci fu niente da vedere: gli alberi hanno i loro ritmi, e all'inizio non se ne accorse nessuno. Ma i residenti li hanno continuati a piantare.

E l'hanno fatto per 25 anni, e lo continuano a fare.

Oggi si puo' dire che l'esperimento e' riuscito, e che anzi, e' ora a grande scala.

In 25 anni sono stati piantati 8.5 milioni di alberi.

Si sono creati sentieri fra la vegetazione e sono stati ripristinati ad uso turistico, didattico o ristorativo 500 siti industriali dismessi.

E' stata una impresa mastodontica.

La prima foresta ripiantata nel Regno Unito nella storia recente.

E i benefici sono arrivati, e a tutti: ambiente, cittadini, economia.

25 anni dopo infatti il panorama e' completamente diverso. La natura ha fatto il suo corso: sorge adesso nell'ex regione del carbone una enorme foresta, alberi e verde dappertutto, e attivita' ricreative per i tanti ciclisti, e gli appassionati hiking, canoe, cavalli e bird-watchers. L'area e' piena di farfalle, pipistrelli, gufi, uccelli e vita selvatica che diventa sempre piu' variegata. I novelli sposi vanno a piantarci alberi. Ci sono iniziative per i ragazzi, ostelli. Le vecchie fornaci sono diventate piccoli monumenti. La gente viene per fare vacanze, per fuggire dalle citta', per trovare un oasi di pace.

Il lavoro non e' ancora completo: gli alberi piantati 25 anni fa sono ormai maturi, ma la riforestazione continua ed ogni anno centiania di nuovi ettari vengono ripiantati con alberi giovani. L'obiettivo e' di piantarne altri 8 miloni di alberi per un totale di 16 o 17 milioni. Quelli piu' piccoli cresceranno, ma l'investimento di allora ha gia' portato frutti e benefici. L'aria e' pulita, i fiumi sono limpidi, la terra e' piu' fertile. La gente e' piu' serena ed orgogliosa. 

I residenti iniziali sono ora diventati un gruppo maturo che coordina il tutto sotto il nome di National Forest company. E' questa che ha rilevato i siti dismessi e li ha fatti rinascere. Adesso danno anche consigli ai proprietari terrieri su come meglio fare per trasformare i loro siti. Anche i privati infatti vogliono piantare foreste.

John Everitt, il direttore della National Forest company dice che non e' questa una foresta chiusa ed impenetrabile - la selva oscura. Piuttosto e' un continuo di habitat, spazi verdi, pascoli, comunita', alberi.

E quanto e' costato tutto questo? 70 milioni di euro in 25 anni. Cioe' 3 milioni di euro l'anno. Niente in termini di costi pubblici. E' questo il costo di due chilometri di treno ad alta velocita'. E cosa ha portato la foresta indietro? Turismo, crescita del valore delle case, business del legno per un totale di 1.5 miliardi di euro.

Investi 70 milioni e tiri fuori 1.5 miliardi di euro.

Ripeto:

Investi 70 milioni e tiri fuori 1.5 miliardi. 
 
Credo che questa sia la miglior risposta a chi dice che l'ambiente non porta soldi: e' tutto il contrario. Gli investimenti qui hanno fruttato - e non lo dico io, quanto John Everitt - duecento volte il costo iniziale.

Dueento volte!

Perche' questo? Perche' c'e' voglia di verde, di natura, di scappare dalle citta' e dal cemento. E chi vive in questi posti ne e' ben felice di offrire la natura ai turisti. Hanno orgoglio, identita' e sono fieri di essere adesso un posto di bellezza invece che di cemento. Addirittura altre comunita' ex-industriali britanniche si stanno organizzando per fare lo stesso.

Era un buco grigio, e' una foresta. E' vita. E' benessere.

E in Italia? Da quale sito dismesso iniziamo?

Quando arriva la cultura dell'albero come di un qualcosa di utile, buono, che da valore aggiunto, bellezza, benessere? Quand'e' che abbandoniamo l'idea che l'albero sia invece un impedimento,  un disturbo, una cosa che fa fastidio perche' si deve potare, perde le foglie, cresce?

Quand'e' che capiamo che nel 2016 non e' la villetta al mare che crea lavoro e benessere, quanto invece l'ambiente sano, verdeggiante? 

Nella mia piccola Lanciano ogni anno vedo venire su palazzine su palazzine (alcune orrende) senza un filo di verde. In alcuni posti hanno pure "appartamenti in classe A" per il risparmio energetico e non c'e' *un albero* a pagarlo. Per fare verde... hanno dipinto il lastricato di verde.

Come sempre, si puo'. Basta volerlo.

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