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Saturday, March 10, 2018

Arizona: i Navajo chiudono la centrale a carbone e installano pannelli solari





Si chiama Kayenta Solar Facility ed e' il primo impianto a grande scala costruito dai Navajo sulle loro terre e per la loro tribu' in Arizona.

Kayenta e' una cittadina di 5000 abitanti che sorge nei pressi di Monument Valley, tecnicamente in Arizona e vicina al confine con lo Utah. Prima di questo impianto solare la riserva era nota per l'estrazione del carbone da parte della Peabody Energy che da decenni sfruttava e commercializzava energia fossile dalla cosiddetta Kayenta Mine.

Ma la Kayenta Mine chiude. Non ci sono piu' acquirenti, la miniera non e' piu' competitiva.

Al suo posto la Kayenta Solar Facility che occupa 80 ettari di deserto, e che per ora genera 27 megawatt di energia, sufficiente per portare elettricita' a 13,000 famiglie.

L'energia solare dal Kayenta Solar Facility arriva non solo in concomitanza con la chiusura della Kayenta mine ma cbe proprio in concomitanza con la chiusura della Navajo Generating Station, una centrale a carbone nella vicina citta' di Page che e' in via di smantellamento e che chiudera' le porte pure lei e definitivamente nel Dicembre del 2019.

L'agenzia che opera la centrale a carbone, e che adesso gestira' l'impianto solare, si chiama Navajo Tribal Utility Authority ed e' gestita dai Navajo stessi. Secondo Walter Haase, il capo dell'agenzia in questione, la transizione dal carbone al solare e' la cosa giusta da fare e da un segnale forte a investitori, pubblico e politici che e' possibile portare avanti progetti di green economy anche in una riserva indiana.

Erano anni che si progettava, si parlava, si pensava, e alla fine tutti gli ostacoli sono stati superati, logistici, economici, infrastrutturali. Buona parte della manodopera e' arrivata dai Navajo stessi, portando lavoro a 200 persone, il governo centrale ha contribuito 60 milioni di dollari al progetto, sono stati gia' firmati contratti a lungo termine che ripagheranno il resto degli investimenti.

Ovviamente si pensa gia' al futuro. Adesso che i Navajo hanno mostrato di essere competenti e adesso che hanno una forza lavoro con esperienza possono anche pensare di espandersi. L'area utilizzata infatti e' solo meta' di quella disponibile a Kayenta, e ci sono opportunita' per stoccaggio energia, aumenti dei megawatt (da 27 fino a 500) e anche lo sfruttamento dell'energia eolica.

Ovviamente c'e' ancora molto da fare: per ora la capacita' dell'impianto di Kayenta e' solo l'1% della capacita' dell'impianto a carbone all'apice della sua produttivita', e ci sono ancora 15,000 Navajo *senza energia elettrica*.

Ma e' innegabile che tutto questo sia un passo in avanti e che e' solo l'inizio. Non a caso la Peabody Energy ha protestato vivissimamente contro la centrale solare. Non possono accettare che il loro modello di sviluppo stia tramontando, che nessuno vuole piu' energia da carbone, che i costi del solare sono ora competitivi con le fossili, che possa arrivare qualcos'altro a prendere il loro posto.

Il carbone e il petrolio e il gas estratti in tutto lo stato, nonche' una classe politica amica delle fossili ha non solo paralizzato a lungo le rinovabili qui in Arizona, ma ha anche portato ad inquinamento di acqua e terra.

E' innegabile che di tutte le opzioni il sole sia fra le piu' promettenti qui, data la geografia e le mille opportunita'.

Non a caso la Arizona Corporation Commission, l'ente dello stato che si occupa di gestire l'energia nello stato ha proposto la generazione di energia elettrica all'80% dal sole entro il 2050, e del 50% entro il 2030.

Come?

Tramite l'uso di piccoli e medi progetti di sole e vento, con maggiore stoccaggio, usando per esempio reservoir d'acqua come batteria, con reti elettriche piu' flessibili, con maggiori incentivi alle auto elettriche, e offrendo incentivi per usare energia durante le ore non di punta.

Come sempre, a volerlo, a programmarlo, ad insistere, alla fine tutto si puo' fare.
Per ora celebriamo con i Navajo.



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